La cronaca al miele che si sta facendo attorno a Daniel Maldini inizia ad essere nauseante. Una Maldini mania che rasenta il ridicolo se consideriamo la disparità di giudizio degli ultimi mesi.
Che il ragazzo abbia mostrato degli sprazzi di luce e che possa avere un futuro importante davanti a sé, nessuno lo mette in dubbio. E converrebbe a tutto il calcio italiano, nazionale compresa, se riuscisse a far esplodere tutto il suo talento. Ma, ad oggi, parliamo di un calciatore normalissimo, dotato di una discreta tecnica, che gioca al Monza e ha segnato 1 gol in 11 partite. Non stiamo di certo parlando di un profilo come Lamine Yamal o Bradley Barcola, titolari rispettivamente al Barcellona e al PSG.
Eppure, quasi tutti gli organi di stampa lo stanno esaltando come fosse la nuova stella del calcio mondiale. Ma cosa ha fatto per meritare tutta questa celebrazione? E soprattutto: perché quando era di proprietà del Milan nessuno lo incensava? Quando vestiva rossonero per tanti (se non tutti) era un raccomandato, mentre oggi un fenomeno in cui non si è creduto abbastanza. Al che mi chiedo: non è che siamo di fronte all’ennesimo gioco al massacro nei confronti del Milan? Non è che per caso, Maldini è l’ultima arma di una lunga lista atta ad attaccare proprietà e dirigenza? Sarebbe coerente da parte di chi si diverte a creare casi e mettere in cattiva luce tutti: da Leao a Fonseca, da Ibrahimovic a Cardinale.
Maldini, che piaccia o no, ha dimostrato di non essere pronto per il Milan. Ha fallito ad Empoli e ha fatto vedere qualcosa soltanto al Monza. Troppo poco per uno che, a detta di molti, dovrebbe giocare titolare accanto a Pulisic, Leao e Morata. Smettetela di rimpiangere chi non c’è più, facendovi influenzare da stampa e media, reggendo il loro gioco. Piuttosto sosteniamo i ragazzi che hanno sposato il nostro progetto, che hanno scelto i nostri colori. Basta vedove di Maldini e De Ketelaere; appartengono al passato e non sono i fenomeni che tentano di spacciare online.
Capisco la depressione per un Milan non eccelso, la delusione per dei risultati non entusiasmanti, ma vi state attaccando a qualsiasi cosa pur di fare la guerra al club. E a casa mia, tifare e sostenere nascono da principi e valori completamente differenti.
Andrea Bosco