Almeno una volta all’anno, scoppia il monotono e banale caso Leao – di Andrea Bosco

Siamo in piena sosta per le nazionali e si sa, questo è uno dei periodi più brutti e lagnosi per qualsiasi amante di calcio che si rispetti. Perchè vedersi fermare sia la Serie A che la Champions League per due lunghe settimane è da considerare un vero e proprio trauma, specialmente in una fase di stagione dove si inizia a carburare seriamente e con continuità.

Ma la sosta è anche il momento in cui giornali e siti web – complice lo stop dei campionati – devono rispettivamente trovare il modo di vendere giornali e tenere costanti le loro visualizzazioni. E come fare tutto ciò? Prendendo di mira qualche squadra o qualche personaggio con un accentuato ed evidente accanimento mediatico. E chi meglio del recidivo Rafael Leao? In questi giorni, pur di generare il classico pourparler accattivante e “monetizzante”, si sono scoperchiati diversi e vecchi vasi di pandora: dai dubbi su Yildiz – che da nuovo Del Piero passa ad essere un calciatore mediocre ogni qual volta la Juventus vive momenti complicati – alle plusvalenze in casa Napoli, in particolare per quanto concerne Osimhen, argomento che salta fuori ciclicamente quando c’è poco di cui parlare.

Ma è sempre e solo Leao a guadagnarsi le prime pagine. Indubbiamente lui ci ha messo e ci mette del suo per scatenare i vari chiacchiericci e le consuete sentenze da bar, ma questo ragazzo non ha mai un attimo di pace. I gol sbagliati contro la Juventus – il primo più che il secondo – sono difficili da ignorare, ma è anche vero che Rafa viene da 40 giorni di stop e gioca in un ruolo che definire familiare è un vero e proprio eufemismo. Qualunque calciatore avrebbe ricevuto delle attenuanti, ma non il portoghese: si è letto di tutto negli ultimi giorni, dal fatto che sia un eterno incompiuto alla sua immediata cessione a Gennaio, dal non meritare la 10 sulle spalle all’essere considerato un miracolato. Per carità, anche io domenica sera sono stato critico nei suoi confronti, perché è normale aspettarsi di più da un talento come il suo, ma il tutto va contestualizzato. Le mie critiche nascono perché provo un affetto verso Leao e vorrei vederlo sempre al 100%: le critiche della maggior parte dei giornali e dei siti web nascono per creare polemica e dibattito, affinchè i numeri e le interazioni crescano.

Leao è probabilmente e “colpevolmente” in ritardo nel suo percorso di crescita: tutti noi ci aspettavamo che, a 26 anni, potesse decidere tutte le partite e potesse mettere in campo quella continuità che gli viene insistentemente chiesta da anni. Ma è altrettanto vero che i numeri di Rafa sono tutto tranne che disastrosi: 14 gol e 10 assist nella stagione 2021/22, 16 gol e 11 assist nella stagione 2022/23, 15 gol e 12 assist nella stagione 2023/24, 12 gol e 11 assist nella stagione scorsa, ossia la 2024/25. Statistiche inconfutabili che smentiscono definitivamente chi, almeno una volta all’anno, fa scoppiare il monotono e banale caso Leao per i propri sporchi interessi.

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